 Tutti conosciamo il famoso "pesce d'Aprile", e molti di noi saranno stati sicuramente vittima di uno scherzo perpetrato ai loro danni proprio in questa giornata. La giornata del primo Aprile è festeggiata in tutto il mondo, sotto il nome di April Fools' Day, una festa con radici antichissime. C'è chi sul nome e sul significato dell'evento ha deciso di costituire un progetto musicale, mescolando ingegnosamente numerosi generi musicali apparentemente agli antipodi, come il pop e l' R'n'b. Una inconsueta accentazione e una particolare attenzione per la dimensione testuale danno una inattesa e gradevole connotazione cantautoriale alle loro composizioni. Loro sono gli April Fools, e hanno voglia di "giocare seriamente" con vari generi musicali, che non si prenderanno mai a pesci in faccia!. 1) Vi descrivete come un gruppo capace di miscelare sonorità soul e r'n'b a melodie appartenenti alla tradizione cantautorale italiana. Avete riferimenti illustri per questa scelta? E' stato facile accostare sonorità apparentemente così distanti?
Alessandro: In primis direi di citare Stevie Wonder e Michael Jackson, ma in generale tutta la linea temporale della Motown Records e della musica black può essere utile per definire una mondo che ha un grande ascendente su di noi. Ci riteniamo sufficientemente “impregnati” di questa musica e dei suoi colori che nella composizione dei brani le influenze insorgono in modo assolutamente naturale e si accostano con spontaneità con lo stile cantautorale di Gabriele.
2) Provenite tutti da esperienze musicali simili? Quanto i vostri brani raccontano di voi e del vostro percorso artistico?
Alessandro: Ognuno di noi ha un percorso musicale abbastanza diverso.. che però confluisce facilmente nella "buona" musica. Penso che la qualità oggettiva, quella che ha determinato in maniera significativa la storia della musica, ci mette facilmente d'accordo. I nostri brani raccontano di questa sinergia ma vivono anche dei conflitti che a volte emergono, nella composizione come nelle scelte di tutti i giorni. Mi piace pensare che ciascuno di noi tre racconti qualcosa dell’altro con un linguaggio che all’altro manca.
3) Nelle vostre produzioni conta maggiormente la dimensione testuale o quella musicale? Chi scrive i testi delle vostre canzoni?
Gabriele: La dimensione testuale ha un valore fondamentale. Da autore, è un elemento dal quale non potrei prescindere e spesso è anche ciò da cui hai inizio la scelta stilistica di un arrangiamento. La lingua italiana non è affatto docile, soprattutto nello sposarsi con uno stile musicale che si è evoluto sulla metrica e la sintassi della lingua inglese. Tuttavia credo che il trucco sia nel trovare soluzioni nuove, mai adeguarsi ai vincoli di una melodia, quanto piuttosto manipolare la stessa, senza mai rinunciare al contenuto per una rima in più. Le parole sono una risorsa importante per noi nella composizione, esattamente come l’armonia o la ritmica.
4) Una canzone nota che parla di voi.
Vincenzo: come non citare “April Fools” nella versione della leggendaria Aretha Franklin? Amore, energia ed un sottile retrogusto di amarezza nella domanda: Are we just April Fools?
Sante Alagia |