Nel lontano 2000 hanno dato vita ad un progetto di musica inedita che negli anni è diventato una creatura sonica mutante e camaleontica. Questa la definizione che il gruppo Pivirama ha voluto dare di sé. Il loro è un rock sperimentale che attinge a piene mani dalla psichedelia anni ’70, per farci vivere un’esperienza dei sensi senza precedenti, dove la complessa articolazione sonora si miscela alla rinnovata attenzione per le forme testuali.  1) Pivirama. Il vostro percorso artistico in tre aggettivi.
Concedimi 4 tra sostantivi e aggettivi: Psycho post rock e paillettes! (didascalia: Un ponte virtuale tra la psichedelia degli anni settanta e il post rock del nuovo secolo). Siamo appena tornati dal nostro primo tour in Inghilterra e la nostra passione per il post rock sperimentale si è acuita!
2) A cosa è dovuta la scelta di questo nome?
PIero VItaliano RAffa Marcello, sono le iniziali dei componenti della prima formazione che si incontrarono nel 2000 a Palermo. i Pivirama si sono trasformati da band in famiglia allargata di musicisti che di volta in volta accompagnano me, Raffaella Daino, autrice dei testi, delle musiche e factotum del progetto. Al momento facciamo base a Roma e con me suonano Renz al piano, keys e synth, Pietro Mammone al basso e Joe alla batteria (che nei concerti acustici è sostituito da Davide Roberto alle percussioni). In Sicilia invece si uniscono a me Vincenzo Bongiovì al basso e Rosario Cantone alla batteria.
3) Il vostro è un rock sperimentale, in tutti i vostri brani è ben manifesta la ricerca costante di nuove sonorità. Quali sono le caratteristiche principali che ha un brano dei Pivirama?
Innanzitutto deve rendere noi felici e soddisfatti. Non seguiamo regole, scriviamo brani in italiano e inglese, a seconda della lingua che meglio si adatta alle sonorità che vengono fuori di volta in volta. Non cerchiamo di comporre brani che risultino easy listening, ci piace confondere suoni acustici ed elettronici, violini e tastiere, sintetizzatori e chitarre distorte, dando vita ad atmosfere ora rarefatte e oniriche, ora rock e violente. 4) Nei vostri brani conta maggiormente la dimensione musicale o quella testuale? Perché?
Direi quella musicale, da quando eravamo una band che passava ore in un garage sottoterra a provare e improvvisare, ad oggi, quando prendo in mano la chitarra nel mio studio casalingo e assecondo le melodie che vengono fuori accompagnandole da parole che abbiano un senso e che soprattutto suonino bene. Di recente ho cominciato a prestare maggiore attenzione alla forma canzone e al testo; questi pezzi saranno nel mio terzo album, che sarà più acustico.
5) "Cosa sembra" e "In my mind", i vostri due dischi. Raccontateci tutte le sensazioni che avete voluto comunicare con i brani contenuti al loro interno.
Entrambi i dischi sono stati realizzati a Palermo. Cosa Sembra è l'esordio e risale a diversi anni fa. La caratteristica e' un rock grunge fatto di chitarre distorte e una robusta base ritmica su cui si innestano i violini acustici di Manlio Speciale, che ha suonato con noi per qualche anno. In My mind è un album più maturo, è uscito in Italia con la Udu records di Firenze e anche negli Usa con la Renaissance Records. Porta la firma di un produttore e polistrumentista geniale Mario Bjm Bajardi ed è intriso di follia sperimentale, suoni sintetici, voci indisciplinate, libertà espressiva. E' un disco che ci ha dato tante soddisfazioni, lo hanno definito: un disco come pochi da consigliare a molti" (EXTRA) dalle "atmosfere psicotico/psichedeliche con pezzi riuscitissimi" (XL Repubblica).
http://www.radiostar.it/PIVIRAMA/
Sante Alagia
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