4) Nelle vostre composizioni conta maggiormente la dimensione testuale o quella musicale? perché?  Come spesso avviene per le nostre canzoni, testo e musica, germogliano insieme e, pertanto, hanno entrambe la stessa importanza. Cerchiamo di approfondire la nostra ricerca musicale accompagnandola ad un affinamento di quella letteraria e, per quanto ci è possibile, dando molta importanza e valore a quello che diciamo, ai contenuti che vogliamo veicolare, ai temi che trattiamo, ben consapevoli della musicalità insita nell’intimo delle parole e della loro potenza evocativa quando spose del ritmo e della musica. Da questo punto di vista, “Cuori e Confini”, è un disco contemporaneo, nel senso che attraversa i nostri giorni e cerca di raccontarli con un proprio punto di vista, un linguaggio inedito, un’identità artistica ed uno stile personale; e dai nostri giorni attinge i temi e le fonti del nostro racconto. Accanto alle tematiche universali, come quelle dell’amore e del viaggio, affrontiamo, allora, tematiche attuali come quelle dell’ambiente, forse “il” tema dei nostri tempi, oppure quelle dell’integrazione e del dialogo fra le culture, altrettanto importanti per il nostro presente e vitali per il nostro domani. Temi e messaggi fondamentali, a nostro parere, che l’arte può raccontare, evocando. Il tutto senza pedanti “sloganismi” e semplicistici “j’accuse”. Non puntando il dito dall’alto di chissà quali ara ma coinvolgendoci nelle domande e nelle responsabilità, invitando a ritrovarci attorno ad un fuoco, quello dell’umanità, danzando verso un mondo migliore e verso una civiltà che abbia la Bellezza come stella polare e l’Armonia come suo orizzonte d’azione, per un nuovo Umanesimo.
5) Le vostre performance dal vivo hanno un forte impatto scenico. Contano maggiormente rispetto alle registrazioni in studio?
Lo spettacolo live e le registrazioni in studio sono entrambi due momenti importanti, affascinanti ed emozionanti insieme. Sono due “tempi” del nostro lavoro, diversi tra di loro ed intimamente accomunati, che contano allo stesso livello. Nelle registrazioni in studio e nei mesi di pre-produzione –che sono quelli più creativi e significativi, i giorni della “semina”, quelli in cui si “imbastiscono” i singoli brani- c’è un lavoro “domestico”, in sala di registrazione, appunto, dove prende forma l’intero album e tutti i tasselli si compongono per realizzare il prodotto finale. Per “Cuori e Confini”, poi, abbiamo avuto la gioia e l’onore di lavorare sia in fase di registrazione, sia in fase di missaggio, in qualità di produttore artistico, con un grande professionista, Arcangelo “Kaba” Cavazzuti, un guru della produzione italiana, già batterista di Vasco Rossi e ideatore dell’Esagono di Rubiera, forse il maggior studio di registrazione in Italia in cui hanno realizzato i propri lavori i più grandi della musica internazionale. Inoltre abbiamo ospitato in studio e nel disco tanti compagni di viaggio: dal conterraneo Nandu Popu dei Sud Sound System (che compare nel singolo “Rock & raï”), a Papet J, noto mc francese dei Massilia Sound System, da Cisco Bellotti, ex voce dei Modena City Ramblers, a Gastone Pietrucci de La Macina e Sergio Berardo dei Lou Dalfin. Artisti incontrati lungo la strada, con i quali condividiamo palco e “retropalco”: ed è qui la dimensione live, la “finestra” da cui ci affacciamo in “piazza” e si affacciano gli anni di lavoro che stanno “dietro” ad un disco; dimensione live che assume un momento davvero significativo di intimità e complicità con il pubblico che viene ai nostri concerti, in un reciproco travaso di emozioni. Il nostro è un live che ha un forte impatto scenico, uno spettacolo impetuoso ed originale che dà al pubblico e che da esso riceve linfa in energia e potenza. Il tour, in fondo, è l’anima del nostro lavoro, l’essere “in strada”, con grande felicità nel veder cantare e danzare le nostre canzoni, ad ogni latitudine, dal Nord al Sud, isole comprese. Ecco: il live può avere in più il fatto di suonare, appunto, per la nostra gente e danzare con loro, sulle stesse emozioni, condividendo musica e parole.
6) Da "Tra terra e mare" a "Cuori e confini". Tre aggettivi che rappresentano il vostro percorso evolutivo, dalla prima all'ultima produzione.
“Maturo, sudato, aperto”. “Maturo” perché, inevitabilmente, si cerca di crescere dal punto di vista professionale, affinando il proprio percorso stilistico. “Sudato”, perché di fatto, il nostro, è un lavoro quotidiano che contempla oltre all’aspetto artistico e musicale anche quello della produzione e dell’identità di un progetto che, appunto, quotidianamente, lavora e vive “di” e “nella” musica. “Aperto” perché siamo una band in continua ricerca, in continua “inquietudine” artistica, pronta all’ascolto di generi, stili, suoni, parole, idee, contenuti ed ispirazioni che ci vengono da tutto ciò che ci circonda, cercando di costruire il nostro racconto con un proprio linguaggio, da un proprio punto di vista e con un proprio, riconoscibile, stile.
Sante Alagia
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