1) Speedliner, il vostro percorso artistico in tre aggettivi. Veloce, Coinvolgente, Ambizioso
2) Da Desenzano del Garda arriva una band che miscela - in modo inedito ed originale - i suoni armoniosi tipici dei Depeche Mode all'energia dei Cure. Quali sono gli elementi imprescindibili che caratterizzano un vostro brano?
Cerchiamo di non darci un limite o dei canoni schematizzati. I principali riferimenti rimangono quelli da te già citati, e a nome di tutti mi permetto di dire che siamo lusingati del fatto che la cosa si percepisca.
Ognuno di noi viene da gruppi di riferimento diversi.
Nel mio caso (Matthew, cantante) oltre agli immancabili Beatles, Pink Floyd, Ramones, Queen, Bowie e U2, i Depeche Mode ma soprattutto i The Cure rimangono la mia principale fonte d’ispirazione.
Nel caso di Simone (chitarrista) ai già citati gruppi bisogna aggiungere la scena Hard Rock di fine anni ’80 e metà anni ’90, stesso discorso per Alessandro e Andrea che tra i loro ascolti inserirebbero il Brit Pop e la scena Pop-Punk-Rock d’oltremanica degli anni ’90. Uniamo i nostri tanti ascolti ad una ricercata spontaneità, che trova forma nelle sonorità Pop-New Wave.
3) Esiste un genere musicale nel quale ritenete di collocarvi?
Circoscriverci in un solo genere sarebbe per noi un limite. Cerchiamo sempre nuovi stimoli in suoni anche diversi dai nostri, in modo da valorizzare le nostre parti ancora da scoprire.
4) Per voi conta maggiormente la dimensione testuale o quella musicale? Chi scrive i testi delle vostre canzoni?
La ricerca delle parole, che diano un colore all’astratto di un brano musicale è come un gioco per noi, fatto di significati che - a seconda del momento in cui nasce una canzone - virano verso tonalità calde o fredde.
Molti italiani ascoltano la musica estera lasciandosi trasportare dalla melodia, perché spesso fanno fatica a cogliere il significato dei testi. Con un disco italiano, Battisti ad esempio, quello che gli interessa sono invece le parole e le immagini che la sua voce fa ancora arrivare a noi.
Noi non vogliamo rinunciare alle melodie e al sound ma allo stesso tempo vogliamo valorizzare il testo.
I testi delle canzoni sono scritti prevalentemente da me (Matthew), ma vengono corretti e approvati dal resto della Band.
5) FLASH è il nome del vostro disco appena pubblicato. Raccontateci l'aneddoto più divertente legato ad esso.
Ce ne sarebbero tanti da raccontare, ma uno lo ricordo molto bene:
le notti passate a discutere su un suono di “Organetto”…ci abbiamo perso una settimana su quell’organetto. Il brano in questione è NON BASTA MAI, una canzone che parla delle notti passate in giro per Club alla ricerca di un’avventura.
Un tema Rock, una canzone dove le chitarre dovevano semplicemente POMPARE nei ritornelli.
Non so perché, ma passare una settimana su un pezzo per poi rendersi conto che quando i ritornelli arrivano il brano sembra la colonna sonora di un videogame mi strappa un sorriso ancora oggi.
In quel momento ci siamo guardati e abbiamo riso, perché tutti noi sapevamo che l’unica cosa che ci mancava era un joystick per far attraversare una strada trafficatissima a una stupida rana (citazione di–FROGGER- Videogame anni ’80).
6) Il singolo Assente, estratto dall'album, narra della vostra voglia di rivalsa. Secondo voi in Italia cosa serve per affermarsi in ambito artistico?
Secondo noi servono: fortuna, audacia e determinazione
La fortuna aiuta gli audaci come dice il proverbio, quindi le due cose devono coesistere per essere efficaci, ma come si fa’ ad essere audaci se non si è determinati?
Sante Alagia
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