1) Le Mani, un progetto artistico partito nel 2007 dalla Basilicata e sbarcato a Roma. Ci raccontate i tre aneddoti più importanti legati al vostro esordio?  * Il primo è legato al momento in cui abbiamo deciso di iniziare questo percorso insieme. Proveniamo da due band diverse, che si sono incastrate in maniera quasi fortuita; all’ambito ritmico mancavano voce e sinth, a questi ultimi mancava un ambito ritmico, e così ci siamo trovati. Il secondo, legato ai nostri esordi, richiama un home video registrato nella nostra vecchia sala prove, in cui ci scambiamo gli strumenti in una sorta di piano sequenze matto e disperato. Il risultato è stato un boom di visite su YouTube, tra cui anche quella dell’ A&R della Universal, e da lì è nato tutto. Il terzo si lega alla prima volta in cui abbiamo ascoltato “Stai bene come stai” in radio. Eravamo nel nostro inseparabile furgone, in giro per concerti, e quel momento è indimenticabile: radio accesa, canzone che parte, un minuto di silenzio ed incredulità, dopodiché ci siamo lanciati praticamente di tutto. Sembravamo bimbi di dieci anni mentre scartano i regali sotto l’albero di Natale.
2) Nei vostri brani riusciamo a cogliere numerose sfumature sonore, che - come da voi stesso dichiarato - hanno l'obiettivo di non dare precisi punti di riferimento in merito al genere di riferimento. Se volessimo categorizzare, quali sono gli artisti che apprezzate maggiormente e dai quali traete ispirazione?
* Tanta musica, inglese e statunitense, rock, alternative, elettronica, fondamentale per chi sa di dover affrontare un prodotto nuovo, mescolata all’arte di intrecciare le parole dei nostri cantautori italiani, del presente e del passato. Se dovessimo redigere un elenco, sarebbe troppo lungo e dispersivo.
3) Il brano stai bene come stai ha contribuito in maniera considerevole al vostro successo, ricevendo numerosi premi. A volte capita che il gradimento del pubblico porti le case di produzione ad imporre agli artisti di registrare brani simili a quello già presentato. Il trionfo di questo brano è stato difficile da gestire per voi?
* Involontariamente ed inconsciamente si. La Casa Discografica non ci ha mai imposto di intraprendere un percorso simile o uguale a quello di “Stai bene come stai”, ma forse noi sentivamo dentro una sorta di timore reverenziale, che ci ha spinto a dover dimostrare qualcosa di meno rock e più popolare. Il secondo album ne è la prova, un prodotto per noi bellissimo, ma ancora acerbo dal punto di vista del rock.
4) Per voi conta maggiormente la dimensione testuale o quella musicale? Perché?
* Entrambe sono fondamentali. Il lavoro di ricerca dei suoni e delle parole è compito di ognuno di noi. Ci scambiamo pareri, consigli, indicazioni, perché è tutto finalizzato alla bellezza della canzone in sé, senza chiudersi in campanilismi sterili e inutili. Preferiamo che sia la musica sia il testo aderiscano perfettamente all’utilità della singola canzone, e laddove questo lavoro riesce, ne siamo immensamente soddisfatti.
5) Dopo la pubblicazione di Anno Luce, nel 2009, dove la miscela tra sonorità pop e rock prende corpo e si fa più consistente, avete deciso nuovamente di sfuggire ad un' etichetta di genere. Il vostro ultimo disco, Settembre, miscela abilmente sonorità elettroniche alla voce calda e avvolgente di grandi interpreti della musica italiana, come Federico Zampaglione. Raccontateci tutti i dettagli di questo progetto.
* Questo album esprime la nostra più completa libertà musicale. È nato dopo tanta ricerca e selezione. Non siamo mai stati più convinti di ora, proprio perché abbiamo voluto essere noi stessi i primi critici del lavoro compiuto, quasi come riverenza nei confronti di chi ci segue. Le persone che hanno collaborato a questo album sono dei grandi professionisti. Federico, Ciro, Marco e Giuliano ci hanno concesso tutta la loro verità musicale e le loro idee, e questo ci ha riempiti di soddisfazione, primo perché crediamo che persone che hanno raggiunto gradini molto più alti dei nostri hanno sempre qualcosa da insegnare, ed in ragione di questo, la seconda cosa rappresenta proprio la soddisfazioni di essere stati “scelti” da loro per le collaborazioni. Federico è un professionista che ama la musica in tutte le sue sfaccettature, ed ha accettato di partecipare con molta semplicità e voglia di fare. Ha ascoltato alcuni provini, prima di scegliere “Il Lago”, canzone che meglio si presta al suo stile. La sua parola è bastata per averlo con noi, nella canzone, nel video. E questo fa di Federico un amico, un professionista ed un grande musicista.
Sante Alagia
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