1) Mattia Zani, in arte Dulcamara. Raccontaci il tuo percorso artistico in tre aggettivi. Solitario, sofferto e smisuratamente appassionato.
2) Cosa ti ha portato a scegliere questo nome? In principio fu la pittura, prima di approciare alla musica dipingevo molto e un giorno decisi di intitolare un quadro "Amara Dulcamara" , non riferendomi esplicitamente alla pianta (la Solanum Dulcamara) e non perchè esperto di botanica ma perchè in una lettura giovanile, rimasi attratto da una frase brillante di Gesualdo Bufalino, che la menzionava. Da lì mi sembrò un nome giusto per identificarmi in un genere "non definito". Ormai mi ci sono affezionato.
3) Sei giunto al tuo terzo disco, uomo con cane. All'interno dei primi due abbiamo potuto ascoltare una frizzante commistione di generi, che vanno dal rap al folk. In quest'ultimo il folk sembra prendere il sopravvento. Quali sono le caratteristiche essenziali che costituiscono i tuoi brani? Mi sono avvicinato al folk perché sono semplicemente finito per ascoltare solo quello (almeno quello nord-americano) e francamente ho sempre nascosto il desiderio di reinventare una band come i Bright Eyes con testi in italiano. Oltre quello c'è Bob Dylan da tutta la vita nelle mie orecchie, ma più di tutto forse è l'unico genere che permette di raccontare storie. Anche storie tristi con una musica che invece incalza ritmi da viaggio. E' un po come cantare sempre stando in una macchina che va, magari nel cuore dell'estate.
4) Per te conta maggiormente la dimensione musicale o quella testuale? Chi o cosa ispira la scrittura dei testi di Dulcamara? Difficile da credere, ma importa ancora di più la dimensione musicale. Prima di tutto devo amare la musica e la melodia, altrimenti è difficile che sia stimolato a cantarci. Devo ammettere comunque che scrivo molto fin da quando sono bambino e nulla supera la resa di una parola giusta, un testo azzeccato. Il testo è sempre una faccenda da cesellatori, un lavoro di lima, un esercizio di stile che mi diverte fare.
5) Qual è l'ostacolo più grande che hai incontrato nel corso della tua carriera? Il cantare. Ho iniziato un giorno a cantare, prima arrangiavo solo e facevo rap. Il secondo ostacolo è stato scrivere e cercare di rendere il più credibile possibile quello che dico.
Sante Alagia
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