 “All we hear is radio Gaga” cantavano i Queen nel lontano 1984. Ai nostri giorni sono sicuro che canterebbero di Pandora, non di radio Gaga. Presunzione? No. Quello di cui vado a parlarvi oggi è il futuro, un qualcosa destinato ad entrare nelle nostre vite, come lo è stato quel glorioso strumento osannato da Freddie Mercury e soci, la radio appunto, un tempo considerato un componente della famiglia a tutti gli effetti. D’altronde, basta digitare “pandora radio” su un qualsiasi motore di ricerca, per essere letteralmente inondati da articoli e commenti entusiastici su questo programma. Pandora è una realtà presente dal 2005 sul panorama internazionale, ma della quale con mio grande rammarico ho avuto contezza solo qualche tempo fa, mentre ero in sala d’attesa dal dentista e mi sono imbattuto in un articolo, abbastanza recente ma soprattutto molto interessante. Dopo aver letto annoiato le prime righe, dalle quali sembrava si parlasse di una banale web-radio come tante ne impazzano su internet, arriva l’elemento di originalità: Pandora è una radio che permette di creare un proprio account nel quale, partendo anche solo da un singolo brano o artista scelto dall’utente, viene creata una stazione radio che trasmetterà solo musica rispondente ai propri gusti musicali! Inutile dire che non ho potuto fare a meno di provarlo. Mi registro, accedo al mio profilo, e parte la prova. Per più di un’ora sono rimasto lì estasiato ad ascoltare ciò che Pandora aveva da propormi - mentre in me cresceva la soddisfazione per aver trovato il tema del mio nuovo articolo ^_^ Ma ora tutti vi starete chiedendo: come fa Pandora ad indovinare i nostri gusti? Noi non abbiamo fatto altro che scrivere il nome di un brano… E’ presto detto: questo è possibile grazie al Music Genome Project, programma creato nel gennaio del 2000 da Tim Westergren e portato avanti da un gruppo di musicisti e tecnici con l'obiettivo di "catturare l'essenza della musica fino alle sue particelle primarie", utilizzando più di 400 attributi per descrivere i brani presi in esame. Il complicato algoritmo che è alla base di tutto ciò elabora quindi le nostre preferenze ed in base a queste ci restituisce e propone brani di altri artisti che ben si conciliano al genere (o ai generi) di nostro gradimento. Ne esistono vari di siti sviluppati su questo impianto (il più famoso è Last.fm) ma solo Pandora utilizza il Music Genome Project, risultando così più efficiente rispetto ai concorrenti. Infatti, come ho potuto appurare in prima persona, poiché l'algoritmo seleziona i brani in base alle caratteristiche musicali e non in base alla popolarità dell'artista o alle vendite, Pandora ha la capacità di "raccomandare" brani poco conosciuti che però corrispondono o si avvicinano alle preferenze dell'utente. È per questo motivo molto apprezzato dagli utenti, rappresentando inoltre un ottimo canale per artisti sconosciuti di avere visibilità, altrimenti difficilmente raggiungibile nei canali tradizionali. Gli artisti che figurano nell’elenco sono molti, più o meno noti. Ho voluto mettere duramente alla prova il sistema, ricercando vari gruppi e cantanti, e ricevendo risultati più che soddisfacenti (unico neo nel panorama italiano, dove il sistema non eccelle per il motivo di cui tratterò a breve). Per quanto riguarda l’impianto del sito, questo si presenta molto scarno ed al contempo decisamente celere e funzionale, caratteristiche ormai quasi totalmente assenti nei siti web di nuova generazione. La qualità audio è bassa, 64 kbps, ma del resto questo progetto è nato quando ancora l’adsl non era largamente diffusa come lo è ora e le scarse risorse di quei tempi giustificano questo piccolo difetto; d’altronde da sempre la radio è per lo più uno strumento d’intrattenimento e di compagnia, nessuno pretende l’alta qualità dei prodotti, per quella esistono gli album… L’utente può decidere se avvalersi del servizio gratuito, che offre 40 ore mensili di ascolto o diventare utente premium, al costo di 3 $ al mese, ed avere accesso illimitato e senza pubblicità al mondo di Pandora. Inoltre potrà scaricare un pratico widget, un’applicazione per ascoltare la musica senza dover essere per forza collegato al sito. Molto curati l’interazione ed il rapporto con l’utente, che viene seguito passo-passo nella realizzazione della stazione radio e nell’indicazione delle preferenze. Degna di nota è anche l’utilità che permette di avere in pochi secondi un’esauriente scheda dell’artista ed il collegamento ad un database contenente il testo del brano che si sta ascoltando. In ultimo riporto una curiosità che mi ha fatto sorridere: se si continua per lungo tempo ad ascoltare musica senza interagire in alcun modo con la pagina, la riproduzione si interrompe, attirando la nostra attenzione, ed appare sullo schermo una frase che, tradotta, vuol dire pressappoco “Stai ancora ascoltando? Non vorremmo continuare a suonare in una stanza vuota... ”. Purtroppo il sito da maggio del 2007 è disponibile solo negli Stati Uniti d’America (ecco spiegato il modesto database di musica italiana), perché negli altri Paesi il sistema contrasta con le vigenti leggi in materia di licenze e copyright. Con un po’ di pazienza e senza molti sforzi si può però aggirare il vincolo, ottenendo un indirizzo ip valido. Si può così fare uso dei servizi offerti dal sito, nell’attesa di poterne fruire liberamente ed unirsi alla folta schiera di utenti (si parla di 40 milioni di persone circa) che hanno scelto chi sceglie la musica per loro.
Giuseppe Puppo
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