 Non c’è che dire: Milano apre alla grande la stagione concertistica estiva 2010. E l’Italia intera risponde bene! Il popolo della musica non si fa cogliere impreparato e si presenta numeroso nel capoluogo lombardo per omaggiare il trio britannico che da anni riscuote un notevole successo in tutto il mondo: sto parlando dei Muse.
Nella seconda decade di settembre esce in tutto il mondo The Resistance, il loro ennesimo trionfo: l’album raggiunge la vetta delle classifiche di mezzo mondo nel giro di pochi giorni. Prevedendo dunque di cavalcare ancora una volta l’onda del successo (è dal 2003, infatti, che i tre ragazzi di Teignmouth non sbagliano un colpo, ampliando l’albo d’oro della loro decennale e brillante carriera) sono partiti alla volta di un tour mondiale che li terrà complessivamente impegnati sui più grandi pal-coscenici internazionali per un oltre un anno. La serie di eventi s’è aperta una settimana prima dell’uscita dell’album, con un warm-up in Inghilterra, Francia e Germania. Una volta scaldati per bene i motori, Matthew, Dominic e Christopher sono partiti per il lungo viaggio, iniziando in sordina (ma neanche troppo) facendo da spalla agli U2 in alcune tappe americane del loro 360° tour. Finita questa intensa esperienza sono partiti con il loro tour, macinando chilometri e successi in giro per il mondo. In Italia sono stati in tre distinte occasioni: la prima al Futurshow di Bologna, poi al Palasport di Torino ed infine, ciò di cui tratterò in questo articolo, allo stadio San Siro di Milano. Per i veri appassionati di musica, il grande evento ha inizio alle 18:00. Dalle 16:00, orario d’apertura dei cancelli, il prato e gli anelli dello stadio iniziano timidamente a riempirsi ed accogliere il vero e proprio mare di gente, che a sera contava oltre le 60.000 persone, registrando il tutto esaurito. Ad intrattenere la folla durante il pomeriggio ci hanno pensato tre gruppi spalla, di tutto rispetto: gli italiani Calibro 35, con il loro sound uscito direttamente dai film polizieschi anni ’60 / ’70, i Friendly Fires del “tarantolato” (come è stato simpaticamente appellato su facebook) Ed Macfarlane, ed i britannici Kasabian. Tre gruppi diversi, tre stili diversi, ma tutti molto bravi e tutti hanno contribuito a far trascorrere quelle ore d’attesa febbrile ed hanno saputo caricare il pubblico che scalpitava sempre più cercando, ognuno dalla propria postazione, di carpire qualche informazione su quello che poteva essere lo spettacolo a cui avremmo assistito a breve.
Amore, fantascienza ed impegno politico. Questi sono i temi tanto cari ai Muse, fin dal loro esordio. Questi sono gli ingredienti con cui hanno condito ed insaporito la gustosa serata che offerta ai loro fans italiani. E sin dall’inizio il pubblico dimostra di gradire appieno la ricetta! Che sarebbe stata una grande performance lo sapevamo tutti: i Muse non tradiscono mai nei loro live e ciò lo dimostrano i numerosi riconoscimenti internazionali ricevuti dal gruppo nel corso degli anni proprio per le loro esibizioni dal vivo.
L’atmosfera s’infiamma subito, intorno al palco fanno la loro apparizione decine di figuranti che inscenano una rivolta. Nel turbinio di luci, bandiere e fumogeni s’odono le prime note della chitarra di Matt e la platea esplode in un boato al ritmo adrenalinico di Uprising. Seguono le chitarre pesanti ed il falsetto di Supermassive black hole, brano tornato alla ribalta per essere parte della colonna sonora del primo film della saga di Twilight. Si prosegue con New born, e qui non ci sono più dubbi (ammesso che ce ne fossero mai stati): lo spettacolo sarà davvero eccezionale! E difatti così è stato: tra giochi di luce, cori e sorprese (da entrambi i fronti, come dirò a breve…) i Muse regalano a tutti coloro che sono accorsi al loro cospetto una serata indimenticabile. Parlavo di sorprese. Sicuramente la più grande l’hanno fatta i fans a Matthew: difatti, il 9 giugno, giorno seguente il concerto, compiva 32 anni. Grazie ad una forte organizzazione e collaborazione attraverso i social network, iniziata già sei mesi fa, migliaia di giovani hanno approntato uno striscione d’auguri (che campeggiava sulla balaustra della tribuna, proprio di fronte al palco) ed un coro di buon compleanno, mentre un mare di palloncini sventolava nella zona Prato. Iniziativa riuscita (non come volevano gli organizzatori) ma che comunque raccoglie il plauso del pubblico, ma soprattutto di Matt, che apprezza e ringrazia. La sorpresa che invece hanno offerto loro a noi fans arriva durante la seconda parte del concerto, quando irrompe inaspettatamente sul palco Nic Cester, leader del gruppo rock australiano dei Jet, che si esibisce con loro in una cover di Back in black degli Ac/Dc che manda il pubblico ulteriormente in delirio. Degni di nota sono poi almeno altri due momenti. Il primo è l’arrivo sulla scena di un gigantesco pallone aerostatico a forma di disco volante, dal quale volteggia un trapezista, sulle note di Exogenesis symphony part 1. Altro momento molto bello si è avuto nel finale, quando Chris (il bassista) suona l’armonica prima di eseguire Knights of Cydonia (brano in stile western movies), in un omaggio ad Ennio Morricone (The man with the harmonica), più volte rappresentato sul palcoscenico, e più che mai doveroso nella sua Patria. Si dice che ad ogni azione corrisponda una reazione uguale e contraria. Tale affermazione spiega e giustifica in modo chiaro e semplice come sia stato possibile che migliaia e migliaia di persone si siano riunite attorno a quel palco a cantare ed acclamare per ben due ore con quei tre pazzi scalmanati, che a Milano hanno scritto un’altra pagina del loro intenso ed entusiasmante tour. Una pagina che 60.000 italiani porteranno nel loro cuore. Vissero tutti felici e contenti? Non proprio… Si perché a fine concerto, o meglio nei giorni successivi, una voce si leva dal coro di entusiasti, una voce singola e stonata, quella dei comitati dei cittadini residenti attorno allo stadio, che come sempre lamentano la cattiva gestione e la troppa confusione in cui versa la zona in occasione di tali eventi. Polemiche stucchevoli, che ti lasciano l’amaro in bocca (basti pensare che eventi di questo genere non capitano tutti i giorni e che in ogni caso sono stati rispettati tutti i limiti imposti dalle ordinanze comunali). Ed a farne le spese (oltre alla stessa città di Milano, che rischia di perderci in prestigio ed entrate economiche) purtroppo saranno soprattutto coloro che amano la buona musica. Le prossime esibizioni saranno quelle di Ligabue il 16 e 17 di luglio; due, tre concerti all’anno non mi sembra una situazione così insostenibile per i resi-denti…
Set list
1 Uprising 2 Supermassive black hole 3 New born 4 Map of the problematique 5 Neutron star collision (love is forever) 6 Guiding light 7 Interlude 8 Hysteria 9 Nishe 10 United states of Eurasia 11 Feeling good 12 Mk jam 13 Undisclosed desires 14 Resistance 15 Starlight 16 Back in black (with Nick Cester from Jet) 17 Time is running out 18 Unnatural selection 19 Unintended 20 Exogenesis symphony part 1 21 Stockholm syndrome 22 Take a bow 23 Plug in baby 24 Knights of Cydonia
si ringrazia Federico Biancullo per le foto
Giuseppe Puppo
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