Non lasciatevi ingannare dai loro volti “giovani”, i The Laggers sanno il fatto loro e sanno picchiare giù duro quando si tratta di fare buona musica.  I componenti del gruppo sono: Voce: Raffaele Cerella, Batteria: Daniele Varchetta, Chitarra solista: Lino salzano, Chitarra di accompagnamento: Fabio Falco, Basso: Chistian Capasso.
1. Quando avete deciso di creare un gruppo?
Diciamo che alcuni di noi sono amici da una vita, la maggior parte di noi ha frequentato lo stesso liceo. L’idea vera e propria è partita da Raffaele. Nel maggio 2009 ci fu la nostra prima esibizione, ci piace pensare che il nostro gruppo sia nato quel giorno. Da subito siamo partiti con live in cui suonavamo i nostri pezzi inediti, però non mancano occasioni in cui ci piace suonare anche cover di pezzi rock anni 70, ci piace molto il vecchio rock, quello classico.
2. Da dove viene il nome della band?
Il nostro gruppo ha una peculiarità: iniziare sempre tardi le prove, siamo dei ritardatari cronici.
Diciamo che è nato più che altro come uno scherzo, cercammo su internet la traduzione inglese di ‘ritardatari’: c’era scritto laters e laggers, dopo poco abbiamo scoperto che fare affidamento sui dizionari on-line non è una cosa saggia! Su altri dizionari questa traduzione non risulta, però ormai ci conoscono tutti così...quindi perché cambiare nome?
3. Dove vi esibite di solito?
Suoniamo in vari locali della Campania, soprattutto tra Napoli e provincia. Abbiamo partecipato al Rock contest in un locale a Caserta. Il 20 giugno scorso abbiamo suonato a Piazza Plebiscito a Napoli in occasione del Pride nazionale, un’esperienza unica che ha lasciato tutti senza parole.
4. C’è un genere musicale nel quale ritenete di includervi?
Ci rifacciamo molto al rock classico, ci piace soprattutto il rock melodico
5. A quali artisti vi ispirate maggiormente?
Maggiormente al Rock britannico: Led zeppelin, Rolling stones, Pink floyd, David Bowie. Ma anche ai Beatles e gli australiani Ac/Dc. Come artisti italiani ci ispiriamo in particolar modo ai Negrita e ai Litfiba.
6. Chi scrive i testi delle vostre canzoni? Quali sono i temi ricorrenti nei vostri brani?
Il cantautore del gruppo è Raffaele Cerella. Le canzoni si ispirano alle esperienze di vita e alla riflessione su queste esperienze. Di solito partiamo da una melodia e dopo adattiamo il tema e il testo su di essa. I temi ricorrenti nelle nostre canzoni sono libertà,la natura. Facciamo tanto riferimento all’amore, ma quell’amore puro,non sentimentale, quell’impulso indefinito che tutti ci portiamo dentro ma che talvolta non riusciamo nemmeno a descrivere.
7. Cosa significa per voi fare musica?
Fare musica è comunicare, senza questo elemento sarebbe un qualcosa di inutile e fine a se stesso.
Per noi la musica è arte e l’arte è comunicazione. Non ci è mai piaciuta quella musica che comunica poco, priva di significato. Non intendiamo dire che la musica debba per forza essere legata a delle ideologie, ma c’è bisogno che comunichi qualcosa, se non hai nulla da comunicare non fai musica.
8. Pensate che il mercato discografico italiano dia spazio agli artisti emergenti? cos'è che dovrebbe
cambiare?
Per niente, stiamo passando uno dei peggiori periodi in ambito musicale, soprattutto in Italia. L’Italia cerca l’intrattenimento. La gente è scocciata, annoiata, non vuole impegnarsi ad ascoltare. Il pubblico è distratto dalla realtà in cui vive. Può sembrare un discorso utopico, ma quello che dovrebbe cambiare è l’atteggiamento dei giovani nei confronti della musica ma anche della società. La musica può aiutare ad affrontare determinati problemi, può aiutare noi giovani ad uscire da questa situazione di crisi.
9. Sei molto critico nei confronti del pubblico ma non nei confronti delle case discografiche. Come mai?
Alle case discografiche interessa solo vendere, si vende quando si va incontro agli interessi del pubblico. È un circolo vizioso che in Italia è molto più accentuato. All’estero si è avuta un evoluzione, qui sembra tutto bloccato, o ti adatti alle dinamiche del commercio o non potrai mai sfondare.
10. E delle piattaforme come Radiostar e MySpace cosa ne pensate? sono utili?
Siamo iscritti a varie piattaforme, tra cui anche Myspace. Ci piace curare questo nostro spazio. Inseriamo spesso aneddoti sul gruppo e descrizioni della band. Lì pubblicizziamo i nostri brani inediti che tra l’altro hanno riscosso un notevole successo, riceviamo spesso dei complimenti e possiamo contare su persone che ci seguono dagli esordi. Proprio l’altro giorno abbiamo incontrato delle ragazze che avevano una delle nostre canzoni come suonerie del cellulare, possono sembrare sciocchezze, ma non puoi fare a meno di fomentarti!!! Se è utile? Diciamo che in un periodo come questo è l’unica possibilità concreta su cui poter fare affidamento, sono potali liberi e senza filtri, forniscono una certa visibilità, anche se limitata.
Miriam Piro |
