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Pronto chi Kanta? Collection 2010 – Iunema

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Ad una settimana di distanza dall' intervista ad Alessandro Bellati, la nostra Alessia Signorelli ci propone la sua conversazione con Iunema, cantautore materano presente nella nostra Collection.

Vi ricordo che oggi alle 15  su RadiostarTV andrà in onda la puntata del " Pronto chi Kanta? Collection 2010 - Showcase".  Vi aspettiamo in chat!

1. Iunema è…



Sono Iunema, alias Emanuele Cristallo, un cantautore materano che nel giugno del 2008 ha pubblicato il suo primo cd di inediti, intitolato "Nononline". Il mio è un progetto musicale abbastanza articolato, che non si limita alla ricerca di un sound originale e di un aspetto vocale individuale, ma cerca di affrontare, attraverso la musica, le tematiche che più mi stanno a cuore, che mi coinvolgono direttamente così come coinvolgono molti giovani in questi ultimi anni. Uno di questi temi, che rappresenta il filo conduttore di tutti i brani del mio cd, è sicuramente il bisogno di riappropriarsi del contatto umano con le persone e con se stessi, che ormai tendiamo a dimenticare in questa società multimediale, dove sempre più spesso si chiacchiera su msn anzichè guardandosi negli occhi, dove le emoticons sostituiscono i nostri sorrisi o i nostri pianti, dove per darsi appuntamento si crea un evento su facebook. Sia chiaro, io non ho nessuna intenzione di attaccare Internet perchè sono perfettamente consapevole della sua importanza. Io per primo probabilmente avrei molte più difficoltà a far conoscere la mia musica se non ci fosse internet. Io vorrei solo fare e far fare una riflessione sull'utilizzo che se ne fa, su quanto sia facile diventarne schiavi, su quanto il Manicomio multimediale ci attiri, e senza che ce ne accorgiamo ci intrappoli, tanto da portarci a fuggire dalla realtà per rifugiarsi dietro lo schermo di un computer, che ci rende inevitabilmente più forti, più sicuri di noi stessi. Allora mi chiedo: che cosa otteniamo nascondendo le nostre paure dietro una maschera? Cosa costruiamo limitandoci ad intrattenere rapporti virtuali? Io sono convinto che la risposta a queste domande sia: niente! E lo dico non per moralismo, non per spirito di contraddizione verso la "generazione multimediale" di cui io stesso faccio parte, ma lo dico solo perchè io ci sono passato e voglio, attraverso la mia musica, raccontare la mia esperienza di vita. Quindi posso dire di essere un cantautore che ha trovato nella musica la sua "valvola di sfogo", il modo migliore per esprimere sentimenti, idee, opinoni, punti di vista che forse non riuscirei a comunicare altrimenti

2. Tre aggettivi per definire la tua musica

Premettendo che non è facile “ingabbiare” il mio progetto musicale con soli tre aggettivi, forse quelli che ritengo più adatti sono: personale, stimolante ed indipendente.

3.L’esperienza, da musicista, più strana che tu abbia mai fatto

Bè, sicuramente una che mi è capitata l’anno scorso. Ero in fase di organizzazione del mio tour 2010 e, considerando le mille difficoltà e soprattutto i costi onerosi che un artista emergente deve affrontare per poter portare la sua musica in giro per le piazze, ho proposto il mio progetto a vari imprenditori, interessati a farmi da sponsor. Un giorno, un mio collaboratore mi ha fissato un appuntamento con un potenziale sponsor e…. arrivato a destinazione mi sono accorto che si trattava di un imprenditore nel settore delle pompe funebri. Così,  mi sono ritrovato a presentare la mia musica e le mie idee tra bare e vari accessori funebri, mentre il tipo in questione ha messo su il cd a tutto volume nello suo show room, tra panni vuola ovunque, cuscini e suppellettili non proprio “allegre”. Alla fine, la sponsorizzazione non c’è stata, ma sicuramente l’esperienza rimarrà nei miei ricordi per un bel po’.

4.Il primo pensiero che hai avuto quando ti hanno comunicato che il tuo brano era incluso nella compilation di Pronto Chi Kanta? Collection2010.

Sono stato veramente molto contento. Mi ha fatto piacere soprattutto il fatto che il mio brano sia stato apprezzato, tanto da essere inserito nella compilation. Infatti, in questo mondo musicale, tra talent show vari e crisi della discografia, è così difficile non solo emergere, ma anche solo farsi ascoltare, ottenere un’opportunità. La possibilità di essere presenti nella compilation e di presentarsi in un contesto come quello dello showcase del 14 ottobre, quindi, è molto importante per un artista emergente come me. Il primo pensiero, pertanto, è stato un senso di soddisfazione e di gioia. Subito dopo, ho pensato agli organizzatori di queste iniziative e mi sono sentito grato per l’impegno da loro dimostrato nei confronti miei e degli altri musicisti che partecipano al progetto.

5. Quando lavori ad un brano, devi isolarti da quello che ti circonda, oppure permetti al mondo esterno di ‘permearti’ anche in fase creativa?

In realtà non c’è una “regola” in tal senso. La mia musica trova ispirazione essenzialmente dalle mie esperienze di vita e dalla mia voglia di raccontare e di condividere queste esperienze con gli altri... quello che faccio ogni giorno, le persone con cui mi rapporto, ciò che vedo e sento attorno a me sono continue fonti di idee e di opinioni che sento il bisogno di esprimere, e grazie alla musica riesco a farlo. In particolare, mi piace descrivere quelle sensazioni che vivo davvero quotidianamente, che mi sorprendono e che mi lasciano ammutolito... scrivere un brano mi permette di abbattere questo muro, rompere questo silenzio, mi permette di raccontare attraverso parole e musica ciò che nella vita "reale" riesco solo a vivere e sentire. L'anima rock dei miei brani è proprio questa, il ritrovare nella musica un gusto nuovo, che ho già avvertito ma che solo attraverso la musica riesco a "decodificare", a capire fino in fondo e soprattutto a condividere con gli altri. Credo che scrivere canzoni sia una sorta di "autoanalisi", grazie alla quale io mi conosco sempre di più. I miei brani, quindi, riflettono essenzialmente ciò che ancora non so di essere, e che scopro proprio quando nasce una canzone, e questo ogni volta mi regala un'emozione unica ed irripetibile. Pertanto, quando scrivo in realtà parlo delle mie personali percezioni circa il mondo che mi circonda. Mi lascio sicuramente permeare dal mondo esterno, ma alla fine parlo sempre e comunque di me e di come vedo e sento quel mondo.

6.La community Radiostar è per te…

Come dicevo anche prima, Radiostar è un’ottima opportunità. Emergere nel mondo della musica diventa sempre più difficile ed una community che offre le possibilità di conoscenza e di interscambio come Radiostar è veramente positiva, di grande aiuto per i giovani musicisti.

7. Associa il brano scelto per la compilation “Pronto Chi Kanta?” ad un romanzo, racconto o poesia e spiegaci perché hai scelto proprio quel romanzo, racconto o poesia.

Senza voler peccare di presunzione, paragonerei “Nononline” a “L’Infinito” di Giacomo Leopardi. Infatti, Leopardi nella sua celebre opera racconta di trovarsi oltre una siepe che gli impedisce di vedere l’orizzonte. Il poeta si ritrova solo, nel silenzio, e si abitua a questa condizione, pur rendendosi conto di vivere una vita “non vita”. L’estrema solitudine, l’eremitaggio in cui si trova, diventa per lui paradossalmente una condizione ottimale di vita, tanto che la poesia si conclude con il verso “E 'l naufragar m'è dolce in questo mare”. Allo stesso modo, nella mia “Nononline” io parlo del cattivo uso che spesso di fa di Internet e del fatto che le chat, i forum, i social network sempre più frequentemente ci portano ad isolarci dal mondo reale, rifugiandoci nel mondo virtuale. Lo schermo del computer diventa a quel punto una siepe, che ci nasconde dall’esterno, quasi ci protegge, ma in realtà non ci fa vivere la vita vera, ci sottrae il contatto umano con le persone, con le cose e alla fine anche con noi stessi. E ad un certo punto ci abituiamo a questa condizione, tanto che non riusciamo a farne a meno, passando le nostre giornate con le mani attaccate ad una tastiera, su cui riversiamo i nostri sentimenti, dal pianto alle risate alla rabbia. Sono fortemente convinto del fatto che questa sia una situazione molto grave, che può causare grossi problemi, soprattutto se a finirci dentro sono ragazzi adolescenti. Con i miei brani, e anche con lo spettacolo che porto in giro per piazze e teatri locali, voglio lanciare proprio questo messaggio, cercando di risvegliare le coscienze di grandi e piccoli su questo delicato tema.

8. Chi, tra Orfeo e Dioniso, sceglieresti per fare un duetto e perché.

Probabilmente Orfeo. Lui che salvò gli Argonauti dalle sirene, con il suo canto, più melodioso di quello di queste ultime, sicuramente sarebbe un ottimo compagno artistico. E poi la sua storia con Euridice, se pur struggente, rimane una delle più emozionanti della mitologia, quindi il suo personaggio sarebbe sicuramente più vicino a me a al mio modo di fare musica.

9.Maschere e fili rossi simboleggiano…

Come ho già anticipato nelle domande precedenti, le maschere e i fili rossi rappresentano il cattivo utilizzo di Internet. In particolare, le maschere rappresentano l’anonimato in cui ci si ritrova nelle chat: il mondo virtuale ci rende più “sfacciati” proprio perché ci nasconde dalla nostra vera identità. Alla fine, però, ci dimentichiamo della bellezza di avere rapporti reali con gli altri oppure, peggio, non riusciamo più ad averne, non siamo più abituati a farlo. Se oggi per conoscere gente nuova dobbiamo necessariamente collegarci ad una chat o iscriverci ad un social network e non siamo più capaci di strigere le mani di chi ci sta vicino, evidentemente c’è qualcosa che non va nella nostra società. Il mio, in ogni caso, non è un attacco ad Internet, ma all’utilizzo che noi facciamo di questo importante mezzo di comunicazione ed informazione. Non a caso, i cavi rossi sono dei cavi di rete Lan (quelli che collegano i pc alla rete) che simboleggiano la prigionia di chi non riesce più ad uscire dal mondo virtuale, di chi rinuncia, quasi senza accorgersene, ai contatti umani, nascondendosi dietro un nick name. Anche nel mio spettacolo, le maschere ed i cavi sono presenti e servono a rendere più immediato ed accessibile il mio messaggio. Spero, infatti, che chi ascolta la mia musica e guarda il videoclip o i miei spettacoli faccia una riflessione su questo concetto.

10. Scegli un pittore ed uno scrittore che ami; quanto queste due arti, nella figura dei due rappresentanti scelti da te, ‘influenzano’ la tua musica e come si riflettono in essa.

In realtà, la mia musica è ispirata dalle persone e dai fatti che mi circondano, dalle storie di attualità che vivo direttamente o indirettamente, dalle emozioni che provo, più che da altri artisti, sia nel mondo della musica che in altri campi. Non potrei, quindi, individuare un pittore e uno scrittore che influenzano la mia musica. Tuttavia, se proprio dovessi scegliere un artista che sento vicino, sicuramente indicherei Vincent Van Gogh. Questo pittore sento che in parte rispecchia il mio modo di vivere l’arte fondamentalmente per due motivi. In primo luogo, la sua tecnica pittorica, che rendeva i dipinti così reali, si avvicina tanto al mio progetto artistico, volto proprio ad esaltare l’importanza del contatto umano con le cose e con le persone. Il fatto che i suoi dipinti fossero così realistici, quindi, mi fa pensare che anche lui, come me, desse grande importanza a questo aspetto. In secondo luogo, apprezzo molto il fatto che Van Gogh prediligesse come soggetto delle sue opere oggetti di vita quotidiana, semplici, quasi “poveri”, esaltandone così il valore e l’importanza. Come accennavo prima, anch’io amo parlare della quotidianità, dell’importanza delle cose semplici, quelle che spesso diamo per scontato e la cui essenzialità ci salta agli occhi probabilmente solo quando ci vengono a mancare. Infine, non posso non citare Van Gogh per la sua opera “I girasoli”, che sono i miei fiori preferiti perché, a mio avviso, rispecchiano la vera essenza della vita.



Alessia Signorelli

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