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Fattorie Musicali intervista Maler

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Correva l’anno 2006, frequentavo ancora il liceo. Come ogni mattina, il buongiorno me lo davano Fiorello e Baldini con il loro programma radiofonico. Ed ogni mattina ci si congedava con le note di una fisarmonica e la voce calda ed accogliente di un’artista che entrò subito nelle mie grazie.

Lui, Mattia Andreoli, in arte Maler, e quel suo Demone del tardi mi ha accompagnato per lungo tempo, facendo diventare il suo album – Dell’ora e del mai – parte rilevante del mio bagaglio cultural-musicale; ancora, a distanza di anni, mi ritrovo sopra al maggiociondolo o in cerca dell’Oriental Tagikistan bar, aspettando che un genio peloso mi porti l’odore del ferro, del rosmarino, e del caucciù.

E nei miei sogni ad occhi aperti, cullato dalle dolci melodie arabeggianti, mai avrei immaginato di poter conversare con lui. Ma la realtà supera la fantasia, ed eccomi qui a scrivere l’incipit dell’intervista che gli ho sottoposto qualche mese fa, dopo aver appreso del suo ritorno sulla scena con un nuovo album, interessante quanto il precedente.

Con il metodo, ormai collaudato dalla nostra “redazione itinerante”, delle interviste via web, ecco aprirsi una porta dimensionale che collega la Basilicata alla pianura mantovana, e mi permette di colloquiare con il nostro artista.


  • Allora Mattia, innanzitutto ben trovato e bentornato! Nel 2006 dicevi d’esser “venuto per disturbare”. A cosa dobbiamo oggi il tuo ritorno?




Sono molto affezionato alla frase che hai citato, perché credo che il fatto di essere stato trasmesso per mesi nel programma radio più popolare di sempre, quando ancora non avevo una casa discografica, sia stata davvero un azione di disturbo, in un settore in cui i soldi e la pubblicità hanno quasi sempre la meglio sui criteri  artistici. Fiorello fece quello che dovrebbero fare le radio se non fossero diventate agenzie pubblicitarie e molti dj se non fossero diventati dei commercianti. Quanto al mio ritorno, ho appena pubblicato l’album “Mutamento”(Parametri Musicali snc,2010).

  • Iniziamo con una domanda che sicuramente ti faranno in molti, ma che la mia curiosità mi spinge a farti: perché questo nome d’arte? Da cosa/dove deriva?


Non voglio fare il misterioso a tutti i costi, ma la scelta del mio nome d’arte è un fatto intimo che non desidero rendere pubblico. Più in generale ti posso dire che la scelta di adottare uno pseudonimo anziché il mio nome e cognome anagrafici proviene dalla consapevolezza che quando si crea si è qualcos’altro.

  • Bella definizione, molto calzante! Ed ora entriamo nel vivo dell’intervista: il primo settembre è uscito il tuo nuovo album, Mutamento, solo negli store digitali. La motivazione, come mi anticipavi per telefono, risiede nel desiderio di voler svincolare la musica dal giogo dell’industria discografica. Pensi sia questo il più grosso handicap, la causa della crisi del mercato del disco in Italia?


Il mondo della musica non è diverso dagli altri settori della società italiana. Negli ultimi quindici anni si sono imposti modelli culturali ed economici che hanno maltrattato molte professionalità. Anche quella dei discografici perbene. Ma in generale, ad esempio con il cartello tra le major per gonfiare i prezzi dei cd e con la totale subordinazione dei contenuti al marketing, l’industria discografica ha fatto il possibile per distruggere la musica.

  • Ho visto che nel 2008 il tuo primo album, Dell’ora o del mai, è sbarcato in Ucraina: lì la situazione del mercato è diversa da noi?


Non conosco la situazione Ucraina, ho solo preso atto che la Winner records di Kiev ha pubblicato l’album.

  • Capisco. Torniamo a noi: parlavamo prima di internet, e della musica sul web. Come ti dicevo, facciamo parte della piattaforma di Radiostar, il cui obiettivo è offrire un’opportunità in più agli artisti che vogliono farsi sentire. Trovi che internet possa essere una risorsa per quanti non hanno alle spalle un’etichetta?


Non sono un idolatra della rete, ma credo nella sua democrazia e se il tam tam degli utenti di internet può disturbare la cultura televisiva di cui l’ industria musicale e , paradossalmente, molte radio sono complici, benvenga.

  • Ma adesso un altro passo indietro e parliamo del tuo nuovo lavoro, Mutamento. Parlaci un po' dell'album, ma soprattutto di questo tuo legame con il vicino mondo arabo, così forte in Dell'ora e del mai e così presente anche in questi brani.


Tutto l’album è dedicato all’ Invisibile, dimensione che ho raccontato a modo mio, lasciando che fosse l’immaginazione a indicare la via. Come nel primo album ho avuto al mio fianco Giancarlo Di Maria che lo ha prodotto e arrangiato. Nonostante la presenza di strumenti tradizionale come la fisarmonica e gli archi, si è scelto di dare una forte impronta elettronica, ma melodicamente rimane popolare e le influenze arabe riflettono la mia passione per l’est in generale come fonte inesauribile di poesia e sensualità..

  • L’album è stato anticipato su Youtube dalla pubblicazione sul tuo canale, malerchannel, del video del singolo omonimo, più una bonus hidden track. Parlaci prima del singolo Mutamento.




Devo l’ispirazione per questo brano alle atmosfere di  un libro che ho molto amato: “Praga Magica”, di Angelo Maria Ripellino. Lì ho incontrato gli alchimisti della viuzza d’oro e ho trovato molte similitudini tra i loro tentativi di trasformare il fango in oro e il lavoro dell’artista che cerca di tradurre il caos in poesia.

  • Veniamo ora ad Amina: ho visto che su internet c’è stato un toto-lingue, per cercare di capire quale idioma fosse stato utilizzato (vista la poliedricità linguistica nei testi delle tue canzoni). Ci vuoi svelare qual è la lingua misteriosa?


Su internet sono andati molti vicini alla soluzione, ma nessuno ha ancora decifrato il testo. E per il momento non ho intenzione di pubblicarlo.



  • 1999: perché questo titolo e come nasce l'idea di questo melting-pot linguistico?


Anni fa, durante un viaggio solitario in Marocco, questo melting-pot era talvolta il mio modo di esprimermi. Mi piaceva perchè non dava riferimenti geografici al mio interlocutore di turno e così venivo esentato da conversazioni sull’Italia che, in quel periodo, avevo voglia di scordare per un po’.



  • Yalizael è un brano che ho molto apprezzato. Ce ne vuoi parlare un po'?




Yalizael è un orgoglioso atto d’amore verso l’incanto e la purezza. Sottolineo l’orgoglio di questa scelta perché, pur essendo consapevole che nella vita anche l’innocenza può essere una colpa, ho voluto ricordare prima di tutto a me stesso come la sensibilità e la capacità di meravigliarsi siano una potente energia dello spirito e non una debolezza.

  • Un’ultima domanda: progetti per il futuro?


Ho appena pubblicato il video ufficiale de “La Perduta”, uno dei brani dell’album, e grazie alla disponibilità del regista Franco Piavoli che mi ha concesso l’utilizzo delle immagini del suo film “Affettuosa Presenza”, ho voluto rendere omaggio a un grandissimo poeta: Umberto Bellintani. A giorni, poi, è attesa la pubblicazione di un doppio cd prodotto dal Mei e dal Club Tenco intitolato”La Leva Cantautorale degli Anni Zero”, al quale partecipo con un inedito.

  • Ci avviamo alla conclusione. Vuoi farti qualche altra domanda? (Marzullo docet)


So già che non avrei risposte…

  • Vuoi farne qualcuna a noi/me?


A ciascuno il suo mestiere.

Bene, termina qui la conversazione con Mattia/Maler, io ti ringrazio della disponibilità e ti faccio i miei più cari auguri ed un grande “in bocca al lupo” per la tua vita e la tua carriera, sperando di poterti sentire presto ed a lungo in giro per le radio!

Mutamento – La track-list



1.Mutamento

2.Barrio dell’alba incerta

3.Shamamatà

4.1999

5.La perduta

6.Mara l’invisibile

7.Il fantasma di Odessa

8.Melusina

9.Yalizael

Amina

[radiostartv]

Correva l’anno 2006, frequentavo ancora il liceo. Come ogni mattina, il buongiorno me lo davano Fiorello e Baldini con il loro programma radiofonico. Ed ogni mattina ci si congedava con le note di una fisarmonica e la voce calda ed accogliente di un’artista che entrò subito nelle mie grazie.

Lui, Mattia Andreoli, in arte Maler, e quel suo Demone del tardi mi ha accompagnato per lungo tempo, facendo diventare il suo album – Dell’ora e del mai – parte rilevante del mio bagaglio cultural-musicale; ancora, a distanza di anni, mi ritrovo sopra al maggiociondolo o in cerca dell’Oriental Tagikistan bar, aspettando che un genio peloso mi porti l’odore del ferro, del rosmarino, e del caucciù.

E nei miei sogni ad occhi aperti, cullato dalle dolci melodie arabeggianti, mai avrei immaginato di poter conversare con lui. Ma la realtà supera la fantasia, ed eccomi qui a scrivere l’incipit dell’intervista che gli ho sottoposto qualche mese fa, dopo aver appreso del suo ritorno sulla scena con un nuovo album, interessante quanto il precedente.

Con il metodo, ormai collaudato dalla nostra “redazione itinerante”, delle interviste via web, ecco aprirsi una porta dimensionale che collega la Basilicata alla pianura mantovana, e mi permette di colloquiare con il nostro artista.

  • Allora Mattia, innanzitutto ben trovato e bentornato! Nel 2006 dicevi d’esser “venuto per disturbare”. A cosa dobbiamo oggi il tuo ritorno?




Sono molto affezionato alla frase che hai citato, perché credo che il fatto di essere stato trasmesso per mesi nel programma radio più popolare di sempre, quando ancora non avevo una casa discografica, sia stata davvero un azione di disturbo, in un settore in cui i soldi e la pubblicità hanno quasi sempre la meglio sui criteri  artistici. Fiorello fece quello che dovrebbero fare le radio se non fossero diventate agenzie pubblicitarie e molti dj se non fossero diventati dei commercianti. Quanto al mio ritorno, ho appena pubblicato l’album “Mutamento”(Parametri Musicali snc,2010).

  • Iniziamo con una domanda che sicuramente ti faranno in molti, ma che la mia curiosità mi spinge a farti: perché questo nome d’arte? Da cosa/dove deriva?


Non voglio fare il misterioso a tutti i costi, ma la scelta del mio nome d’arte è un fatto intimo che non desidero rendere pubblico. Più in generale ti posso dire che la scelta di adottare uno pseudonimo anziché il mio nome e cognome anagrafici proviene dalla consapevolezza che quando si crea si è qualcos’altro.

  • Bella definizione, molto calzante! Ed ora entriamo nel vivo dell’intervista: il primo settembre è uscito il tuo nuovo album, Mutamento, solo negli store digitali. La motivazione, come mi anticipavi per telefono, risiede nel desiderio di voler svincolare la musica dal giogo dell’industria discografica. Pensi sia questo il più grosso handicap, la causa della crisi del mercato del disco in Italia?


Il mondo della musica non è diverso dagli altri settori della società italiana. Negli ultimi quindici anni si sono imposti modelli culturali ed economici che hanno maltrattato molte professionalità. Anche quella dei discografici perbene. Ma in generale, ad esempio con il cartello tra le major per gonfiare i prezzi dei cd e con la totale subordinazione dei contenuti al marketing, l’industria discografica ha fatto il possibile per distruggere la musica.

  • Ho visto che nel 2008 il tuo primo album, Dell’ora o del mai, è sbarcato in Ucraina: lì la situazione del mercato è diversa da noi?


Non conosco la situazione Ucraina, ho solo preso atto che la Winner records di Kiev ha pubblicato l’album.

  • Capisco. Torniamo a noi: parlavamo prima di internet, e della musica sul web. Come ti dicevo, facciamo parte della piattaforma di Radiostar, il cui obiettivo è offrire un’opportunità in più agli artisti che vogliono farsi sentire. Trovi che internet possa essere una risorsa per quanti non hanno alle spalle un’etichetta?


Non sono un idolatra della rete, ma credo nella sua democrazia e se il tam tam degli utenti di internet può disturbare la cultura televisiva di cui l’ industria musicale e , paradossalmente, molte radio sono complici, benvenga.

  • Ma adesso un altro passo indietro e parliamo del tuo nuovo lavoro, Mutamento. Parlaci un po' dell'album, ma soprattutto di questo tuo legame con il vicino mondo arabo, così forte in Dell'ora e del mai e così presente anche in questi brani.


Tutto l’album è dedicato all’ Invisibile, dimensione che ho raccontato a modo mio, lasciando che fosse l’immaginazione a indicare la via. Come nel primo album ho avuto al mio fianco Giancarlo Di Maria che lo ha prodotto e arrangiato. Nonostante la presenza di strumenti tradizionale come la fisarmonica e gli archi, si è scelto di dare una forte impronta elettronica, ma melodicamente rimane popolare e le influenze arabe riflettono la mia passione per l’est in generale come fonte inesauribile di poesia e sensualità..

  • L’album è stato anticipato su Youtube dalla pubblicazione sul tuo canale, malerchannel, del video del singolo omonimo, più una bonus hidden track. Parlaci prima del singolo Mutamento.




Devo l’ispirazione per questo brano alle atmosfere di  un libro che ho molto amato: “Praga Magica”, di Angelo Maria Ripellino. Lì ho incontrato gli alchimisti della viuzza d’oro e ho trovato molte similitudini tra i loro tentativi di trasformare il fango in oro e il lavoro dell’artista che cerca di tradurre il caos in poesia.

  • Veniamo ora ad Amina: ho visto che su internet c’è stato un toto-lingue, per cercare di capire quale idioma fosse stato utilizzato (vista la poliedricità linguistica nei testi delle tue canzoni). Ci vuoi svelare qual è la lingua misteriosa?


Su internet sono andati molti vicini alla soluzione, ma nessuno ha ancora decifrato il testo. E per il momento non ho intenzione di pubblicarlo.



  • 1999: perché questo titolo e come nasce l'idea di questo melting-pot linguistico?


Anni fa, durante un viaggio solitario in Marocco, questo melting-pot era talvolta il mio modo di esprimermi. Mi piaceva perchè non dava riferimenti geografici al mio interlocutore di turno e così venivo esentato da conversazioni sull’Italia che, in quel periodo, avevo voglia di scordare per un po’.



  • Yalizael è un brano che ho molto apprezzato. Ce ne vuoi parlare un po'?




Yalizael è un orgoglioso atto d’amore verso l’incanto e la purezza. Sottolineo l’orgoglio di questa scelta perché, pur essendo consapevole che nella vita anche l’innocenza può essere una colpa, ho voluto ricordare prima di tutto a me stesso come la sensibilità e la capacità di meravigliarsi siano una potente energia dello spirito e non una debolezza.

  • Un’ultima domanda: progetti per il futuro?


Ho appena pubblicato il video ufficiale de “La Perduta”, uno dei brani dell’album, e grazie alla disponibilità del regista Franco Piavoli che mi ha concesso l’utilizzo delle immagini del suo film “Affettuosa Presenza”, ho voluto rendere omaggio a un grandissimo poeta: Umberto Bellintani. A giorni, poi, è attesa la pubblicazione di un doppio cd prodotto dal Mei e dal Club Tenco intitolato”La Leva Cantautorale degli Anni Zero”, al quale partecipo con un inedito.

  • Ci avviamo alla conclusione. Vuoi farti qualche altra domanda? (Marzullo docet)


So già che non avrei risposte…

  • Vuoi farne qualcuna a noi/me?


A ciascuno il suo mestiere.

Bene, termina qui la conversazione con Mattia/Maler, io ti ringrazio della disponibilità e ti faccio i miei più cari auguri ed un grande “in bocca al lupo” per la tua vita e la tua carriera, sperando di poterti sentire presto ed a lungo in giro per le radio!

Mutamento – La track-list



1.Mutamento

2.Barrio dell’alba incerta

3.Shamamatà

4.1999

5.La perduta

6.Mara l’invisibile

7.Il fantasma di Odessa

8.Melusina

9.Yalizael

Amina

Giuseppe Puppo

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