Ecco il nostro consueto appuntamento con la rubrica " Alla ricerca del talento perduto". Anche oggi la nostra Alessia Signorelli ci parlerà di quello che sta accadendo nel noto Talent Show " X-Factor". 
Ci sono delle terrificanti banalità, dei guizzi retorici interiori che non la smettono di causarmi noia e tormento e che si manifestano, quali fuoriusciti da un novello Vaso di Pandora, indovinate quando? Esattamente quando mi piazzo davanti alla malefica TV e decido di seguire, di mia spontanea volontà e senza coercizione e/o minaccia alcuna, X Factor (facciamo nomi! Come se fino ad ora…).
L’ultimo, in ordine di apparizione, di questi miei dilemmi ‘babbani’ riguarda la scelta degli ospiti del programma.
Cercherò di rendere il tutto più chiaro possibile, anche perché l’ora è tarda e le mie già duramente provate capacità intellettive rischierebbero grosso.
La domanda che mi sono posta è:”ma invece di ospitare sempre i soliti, barbosi, brodosi e fin troppo sentiti presunti (almeno per me) big della musica internazionale e non, perché non chiamare qualche novità anche e soprattutto alternativa, del panorama musicale globale?”
Insomma, è o non è un programma dove si cerca sto benedetto (o meglio, maledetto) x factor nemmeno fosse un parente del Cosmopavone (chi se lo ricorda avrà una Fisherman’s Friend)? Sì sì,già vedo molti di voi accigliarvi e scuotere la testa. Il ‘big’ va invitato perché famoso, perché pop, appunto, perché in vetta alle classifiche. Ok, d’accordo. Ma non è detto che abbia questo x factor, questa marcia in più che i concorrenti (oramai ridotti ad un mucchietto di stecche ed esibizioni claudicanti. Pure l’intoccabile Nevruz, la dea Khali dell’alternativo raffazzonato è finito in sfida. Che non è sfida, lo so. Le ‘sfide’ le fanno ‘di là’. Ho capito. Ci siamo capiti)si affannano a trovare dentro se stessi, tra le loro ugole e corde vocali. Il pubblico è volubile e, mi duole dirlo ma è realtà, l’ascoltatore medio apprezza la canzonetta orecchiabile, il motivetto da canticchiare…che non vuol dire che sia qualcosa di qualità (provate ad ascoltarvi, se avete coraggio, i tormentoni R’n’B –tanto per dire – di adesso uno di seguito all’altro, senza interruzioni. Sapreste distinguere una canzone da un’altra? Io no). Anzi. Insomma, tutto questo per lamentarmi (come al solito) del fatto che si vuol giocare a fare gli alternativi, a portare avanti e promuovere il diverso, quando, invece e nemmeno troppo velatamente, si resta sempre lì, nell’ovvio,nel sentito, nello scontato. Pure per quanto riguarda gli illustrissimi ospiti.
Mentre autori e co. si preoccupano di controllare hit parades e classifiche di vendita, succede che l’assai più ampio, stimolante e divertente panorama musicale, si evolve soprattutto nel senso dell’ indie (that’s independent for you).
Ma lì, ad X Factor siamo sempre davanti alla stessa recita (e allo sguardo di Francesco Facchinetti. Immutato. Sempre quello. Espressivo come l’Everest), lo stesso Carosello, con l’ospite super noto, super famoso, super ballato. Super snervante, super banale, iper prevedibile.
E’ mia modesta opinione che un programma per talenti possa fare la differenza non solo con chi cerca di promuovere e produrre, ma anche con la tipologia di ospiti invitati ad esibirsi.
Ecco, quello che proprio non vedo, nel programma è il suo, di x factor.
Il giorno che ospiteranno i Kap Bambino, allora potrei anche iniziare a ricredermi (tranne che sullo sguardo di Facchinetti).
Alessia Signorelli
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