Buon pomeriggio a tutti i nostri followers! E benvenuti al nostro consueto appuntamento del Sabato.  Come aveva promesso con la sua ultima recensione, il nostro corrispondente lucano, Giuseppe Puppo, torna a fare una comparsata nella sezione recensioni, anche se questa volta in una veste inusuale, un tantino più critica.
Sante Alagia
C’è chi pensa che basti prendere una chitarra, un distorsore, un wah-wah, scrivere testi che parlino di sesso e droga (o di altri temi più o meno socialmente rilevanti), mischiare il tutto in un calderone e così si possa ottenere del Rock. Evidentemente questo ha pensato Daniele De Feo quando ha realizzato il suo album.
Niente di personale, beninteso. È solo che i brani de La vita per me, non hanno nulla di accattivante, di innovativo, niente che possa apparire di una qualche rilevanza rispetto a ciò che il panorama musicale ha da offrirci. A partire proprio dalla prima traccia, Vieni a ballare: la musica di per sé è bella, non altrettanto si può dire delle parole. Ed è un vero peccato, perché ciò inficia l’intero giudizio sul lavoro di quest’artista partenopeo: niente da eccepire sul profilo musicale, ma purtroppo alle melodie non si affiancano testi altrettanto validi anzi, a dirla tutta, in più occasioni gli stessi risultano piuttosto banali, o peggio, anonimi.
Nonostante questa prima impressione, tutt’altro che benevola, decido di proseguire nell’ascolto, per accorgermi di un altro piccolo particolare che, ma questo è chiaramente un giudizio strettamente personale, rende un po’ più irritante il mio ascolto: soffermandomi sulla voce del cantante, mi pare di avere a che fare con qualcosa di già sentito (tanto per cambiare…). Mi basta googlare l’artista per trovare conferma ai miei sospetti:
[dal suo sito web]
Daniele De Feo nasce a Gragnano (NA) il 03/05/1979. (…) Studia piano al conservatorio di Salerno prima, e poi ad Avellino dove si diploma in solfeggio. Interrompe gli studi del pianoforte per proseguire quelli universitari. Autodidatta con la chitarra. Scrive musiche per pianoforte, canzoni (testi e musiche) poesie e romanzi. Nel marzo del 2008 fonda "Le Cattive Compagnie" cover band di Vasco Rossi, con la quale si esibisce nel napoletano per diverse serate.
Come volevasi dimostrare! Era troppo evidente l’influsso del Blasco per essere solo un caso!
Ora mi domando: Ce n’era proprio bisogno? Per quanto mi riguarda, non sentivo proprio l’esigenza di un clone di Vasco Rossi, bisognerebbe più che altro chiederlo ai fan del cantautore modenese… Ma chissà, magari sarà proprio questo aspetto che farà apprezzare questo lavoro a voi, più di quanto ci sia riuscito con me…
Ciò che mi sento di consigliare al nostro Daniele è di divergere, rompere il legame con quel passato sicuramente glorioso ma decisamente gravoso e prendere il largo, cercare la propria strada, perché le potenzialità non gli mancano di certo! Ad esempio io vedrei bene le sue musiche come colonna sonora per un thriller, o un film noir…
Ma alla fine io ho espresso solamente il mio pensiero, il giudizio finale, come sempre, è rimesso a voi che ci leggete.
La track-list
- Vieni a ballare
- Se domani
- La vita per me
- Sei per me
- Se vuoi
- Cadrà da te
- Fuori di testa
- La mia sera
- Cuore nero
- Una stella sul mare
Giuseppe Puppo |