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Fattorie Musicali, Carmilla e il segreto dei ciliegi

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Buonasera a tutti i nostri follwers! Puntuali per il nostro consueto appuntamento del Sabato su Fattorie Musicali.

Oggi la nostra Miriam Piro ha voluto intervistare " Carmilla e il Segreto dei ciliegi", un intenso progetto musicale. Ascoltiamoli!

Sante Alagia


Una ragazza dall’ aria po’ surreale, un po’ barocca, un po’ senza tempo, la cui natura emerge come un vulcano quando la si sente cantare, con quella sua voce intensa e passionale. E’ da Giuliana che nasce il gruppo Carmilla e il segreto dei Ciliegi, un progetto personale della cantautrice, che però, in un momento particolare della sua vita, ha sentito il bisogno di portar fuori dalle quattro pareti di una stanza quello che era il proprio lavoro creativo. Una sorta di esigenza naturale di comunicazione. Proprio Carmilla ci parla della sua musica, delle sue canzoni e della sua voglia di esprimersi nei tanti live insieme alla sua band. Infatti, se lei fa un po’ da Musa del gruppo, sono anche gli altri membri a darle un corpo e una voce. Roberto Ficarella (batteria), Anna Surico (chitarra elettrica), Giuseppe Dalano (basso elettrico), Davide Baratto (tastiere) e Gloria Birardi(arpa) : sono la sua linfa vitale.



1. Quando è che la musica è entrata nella tua vita?

La musicalità è un principio estremamente connesso all'esistenza. Se mi ripenso bambina mi vedo inconsapevolmente in compagnia della musica, alla ricerca continua di suoni in tutto quello che poteva potenzialmente divenire suono. Un pezzo di legno, un filo teso, una penna diventavano strumento o microfono per gioco. I bambini sanno concedersi una grande libertà di sperimentazione, sognano ma non si limitano al sogno; i bambini sanno "fare" sogni e creano da un'ideale istintivo. Non credo che la musica sia "entrata" ma che "esista" da sempre come parte della mia natura e della natura in generale. La consapevolezza della sua importanza entra in me ogni volta in cui canto e mi rendo conto di quanto potere di costruire e tessere ponti abbia questo canale di comunicazione grazie al quale tutte le emozioni, anche quelle più negative finiscono misteriosamente per "costruire". Carmilla e il segreto dei ciliegi è un progetto che implica un'interazione e istintivamente cerca altri suoni per esistere, come condizione indispensabile di espressione. Ci tengo a sottolineare questo aspetto e che ogni componente della band è essenziale.



2. A quali artisti ti ispiri maggiormente?

L'umiltà e la capacità di comunicare, di emozionare sono le qualità che più hanno rapita per quel che riguarda i miei ascolti. Ci sono band o artisti, geni musicali e della letteratura che mi hanno affascinata e tutt'oggi continuano a far parte della mia dimensione creativa e personale. Mi riferisco alla grande tradizione cantautorale italiana ma anche agli Smashing Pumpkins o ai The Cure per la capacità di coniugare in maniera efficacemente espressiva testi e sonorità.



3. Cosa significa per te fare musica?

Fare musica, creare musica da quello che mi circonda e mi porto dentro è un grandissimo bisogno. "Fare musica" significa creare argini per ospitare e contenere tutto quello che accade e che provo e lasciarlo fluire, esprimere e questo "fare" musica libera e salva allo stesso tempo. Fare musica restituisce a me un'emozione primordiale e al contempo dona, crea ponti in chi ascolta. La musica mi fa sentire parte di qualcosa di più grande, di viscerale, mi fa sentire legata alla terra, meno cerebrale. "Fare musica" è anche qualcosa che si scontra con la realtà in cui viviamo, con un'idea sociale di musica che collide con la mia idea di musica. Molti artisti che reputo validi non hanno una reale possibilità di fare della musica la propria professione esclusiva e né di essere riconosciuti come "artisti". Purtroppo siamo in un'epoca in cui è la partecipazione a format televisivi che etichetta come "artisti" prima ancora della reale capacità di "fare musica".



4. Come nascono le tue canzoni?

Mi ritrovo a scrivere un testo che parte da un'immagine rubata al finestrino durante un viaggio in auto, da un colore, un odore, un fiore che lotta per la vita come il ciliegio. Questa sensazione diventa testo e richiama una sua struttura di suoni. Prendo la chitarra e comincio a cantare su quel testo, adattandolo via via in maniera molto istintiva. Per me è importante "dire" qualcosa in maniera autentica. Non ci sono emozioni positive o negative. Non c'è solo amore nei testi ma anche rabbia, dolore. Reputo un grande errore credere che esistano comparti stagni per le emozioni o che esistano emozioni lecite o illecite. Questa non è la strada per la felicità. L'uomo o la natura umana sono fatte di mille sfumature diverse: ascoltarle e riconoscerle...libera. C'è una grande collaborazione tra noi, spesso capita di avere un motivo o un testo, un'immagine dentro e quando arriva il momento istintivo di comunicarlo lo faccio in primis contattando Anna che riesce a ricamare su quei testi dei suoni di chitarra che riescono a rafforzare e dar corpo esattamente a quello che volevo esprimere.



5. Quali sono i temi ricorrenti nei tuoi brani?

Qualsiasi cosa tocchi le mie corde emotive entra a far parte della scrittura. Non ci sono confini netti. La musica crea ponti che allacciano perchè ognuno può riconoscere qualcosa di se stesso nelle sue tematiche, da quelle individuali a quelle più sociali, universali.



6. Cosa ci dici di “Addestro il pensiero” il tuo ultimo pezzo?

Addestro il pensiero è una domanda sul confine tra le cose e il loro nome, le loro etichette, tra quello che diciamo e quello che vorremmo o avremmo voluto dire, sussurrare o urlare, denunciare. Addestro il pensiero più limpido che ho per sopravvivere anche quando il mio pensiero è "viola". "è finto il confine tra la colpa e il suo nome". Dare un nome diverso alle cose non ne cambia l'essenza e né l'assenza di un nome cambia la sensazione che le accompagna. Il testo nasce da una domanda su quello che accade dentro e più in generale su come la comunicazione dei media abbia il potere di plasmare e modificare la notizia di base o dirottare, deviare la realtà dei fatti.



7. Una parte importante del tuo modo di fare musica sono i live. Cos’è che ti preme trasmettere durante i concerti?

Ogni volta in cui suoniamo live non esistono più domande o aspettative durante la performance. Tutto quello che interessa è comunicare un'emozione che è mia ma che può dare qualcosa a chi ascolta. Quello che conta è la dignità della comunicazione, esprimere non concetti fini a se stessi ma donare qualcosa che resti, che "nutra" e fare del nostro meglio perchè questo accada. Siamo tutti molto attenti a questo aspetto.



8. Da poco hai aperto, insieme alla tua band, il concerto di Laura Meyer in elettrico all'Oasi San Martino. Raccontaci qualcosa di questa esperienza.

L'apertura del concerto di Laura Meyer è stata un'esperienza positiva che ha mostrato ancora una volta di quanto la musica sia ancora una dimensione universale da difendere.



9. Poi si passerà al live del 15 maggio per la semifinale di Suoni a sud est. Cosa vi aspettate da quest’altra esperienza?

Cercheremo di curare gli aspetti legati alla registrazione dei nuovi pezzi sia con tutta la band al completo ma anche attraverso il progetto acustico, più minimale e di impatto e cercheremo di portare quanto più possibile all'esterno la nostra musica a seconda dei contesti. Il 28 maggio saremo nuovamente all'Oasi San Martino per le selezioni del MArtelive. Abbiamo creato un canale youtube e un blog che possa comunicare a 360 gradi quella che è l'essenza di Carmilla e il Segreto dei Ciliegi. In occasione del Pmc 2011 abbiamo registrato un piccola registrazione acustica live di Addestro il pensiero che è stata naturalmente ribattezzata live da una stanza rossa.



Componenti band:
Carmilla Giuliana Schiavone- voce, chitarra acustica
Roberto Ficarella- batteria
Anna Surico- chitarra elettrica
Giuseppe Dalano- basso elettrico
Davide BAratto- tastiere
Gloria Birardi- arpa

Miriam Piro

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