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“La cosa più misericordiosa al mondo è l’incapacità della mente umana a mettere in correlazione tutti i suoi contenuti. Un giorno, la connessione di conoscenze disgiunte aprirà visioni talmente terrificanti della realtà che, o diventeremo pazzi per la rivelazione, o fuggi ...

“La cosa più misericordiosa al mondo è l’incapacità della mente umana a mettere in correlazione tutti i suoi contenuti. Un giorno, la connessione di conoscenze disgiunte aprirà visioni talmente terrificanti della realtà che, o diventeremo pazzi per la rivelazione, o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di un nuovo Medioevo”. Terrificanti nella loro oscurità, le arcinote paure espresse da Howard Phillips Lovecraft potrebbero tuttavia non essere completamente vere: dopo tutto, è molto probabile che l’innominabile “orrore” a cui si riferiscono non sia assimilabile ad un incubo orwelliano di proporzioni interplanetarie, quanto piuttosto alle dinamiche del quotidiano e dei sentimenti umani descritte nei mondi immaginati da Ray Bradbury. Dopo aver esplorato le sconfinate lande universali dell’infinitamente grande e le infinite e minuziose vie su cui si intrecciano amore e follia con il loro debut full length “The String Theory”, i Wormhole sono tornati con un nuovo disco che si basa proprio sul dilemma posto in apertura. O meglio, sulla loro personale visione di esso, che si esplica in una cosmogonia che comprende visioni e immagini provenienti dagli angoli più remoti della galassia, in cerca di quelle affinità con le debolezze terrene che saprebbero connettere mondi distanti ancor più di quanto sia sinora in grado di farlo il progresso scientifico tecnologico. “Songs from the Counter Island” è dunque una raffinata collezione di cartoline dalla Via Lattea, per mezzo della quale i Wormhole compiono un passo avanti verso la sperimentazione, recuperando in contemporanea le atmosfere della tradizione gothic/wave e applicandole ad un muro di suono più che mai solido e “heavy”. Si tratta di un concept declinato in nove tracce che seguono una sorta di ellissi cosmica, partendo dai sogni infranti di Ylla e dal suo esilio volontario, passando attraverso le nubi di Plutone per esplorare i suoi fiumi della conoscenza in compagnia di Henry Wentworth Akeley, indagando sulla doppia natura di Venere, quella luciferina e quella vespertina, fino a giungere all’Anti Isola, la “Counter Island” del titolo, in cui l’omaggio dei Wormhole alle leggende della propria terra natia diviene l’ennesimo “wormhole” che collega la mitica isola di Monte Sardo all’Antiterra della cosmogonia presocratica. In questo viaggio, la Terra è più vicina che mai, richiamata dalle grigie colline della memoria, agognata come rifugio dall’ignoto e citata ancora una volta nel dialogo finale tra Ylla e Yll che chiude l’ellissi concettuale dell’album. “Songs from the Counter Island” è sicuramente il disco più ambizioso dei Wormhole: la band, nata nel 2003, ha pubblicato il primo, omonimo demo un anno dopo, per poi registrare l’EP “Longing for Darkness” nel 2007; entrambi i lavori vantano una miscela unica di atmosfere oscure e riff taglienti, con un’ampia gamma di melodie che troveranno nuove direzioni in occasione del primo full length “The String Theory”, uscito nel 2011 per LadyMusicRecords/Crash Sound. Riecco dunque i Wormhole con un nuovo disco per Ghostrecord Label/Crash Sound/Code 7, il viaggio definitivo attraverso l’universo, la nuova destinazione del loro Tunnel del Tempo.