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Gli esperti della musica” è il suo esordio discografico, ma Simone Aiello può già vantare un lusinghiero curriculum ricco di collaborazioni di assoluto prestigio. Dopo il corso triennale di canto e chitarra elettrica e acustica al MAS – Music Art e Show di Milano, nel 2005 ha s ...

Gli esperti della musica” è il suo esordio discografico, ma Simone Aiello può già vantare un lusinghiero curriculum ricco di collaborazioni di assoluto prestigio. Dopo il corso triennale di canto e chitarra elettrica e acustica al MAS – Music Art e Show di Milano, nel 2005 ha suonato con Michael Bublé ospite di “Amici” e con James Blunt per tutto il “Festivalbar”, compresa la finale all'Arena di Verona. Blunt l'ha richiamato anche l'anno seguente. Nel 2008 ha accompagnato Yael Naim al Festival di Sanremo ed è entrato nella band di Marco Carta per un tour durato due anni. Nel 2010 era ancora sul palco dell'Arena di Verona come chitarrista di Luca Napolitano ai Wind Music Awards e nel 2011 era con Selah Sue (una scoperta di Prince) in diretta a “Quelli che il calcio”. Ha pure partecipato allo spettacolo “Piccolo Inferno Cabaret” al Teatro Nuovo Milano (2006) e nel 2007 ha dato vita al personale progetto cantautorale, iniziando la collaborazione con il Maestro Roberto Guarino, il produttore di Samuele Bersani. I frutti di questa lunga ma proficua gavetta sono arrivati nel 2010 a Sanremo con il secondo posto nella sezione “Promo Awards” al Festival degli Autori e l'assegnazione del Premio della Critica Rea per il brano “Gli esperti della musica”. «È una canzone che ironizza sulla discografia e sui troppi giovani che non vengono presi in considerazione pur avendo un reale talento», spiega il cantautore nato il 26 gennaio 1984 a Garbagnate Milanese, che lo scorso luglio è stato invitato a esibirsi a Zogno nel concerto commemorativo di Papa Giovanni Paolo II. «In Italia ci sentiamo tutti allenatori di calcio e musicisti, invece bisognerebbe dare la parola a chi fa davvero musica. L'arte è astratta, ma io credo che esista una oggettività musicale. Io sono cresciuto con il mito dei cantautori, da Battisti a Guccini, che hanno scritto pagine memorabili della Storia della Musica, ma nel 2012 è giusto allargare l'orizzonte e cercare nuovi mondi sonori da esplorare. Se i Pink Floyd non avessero sperimentato, non avremmo mai potuto godere dei suoni psichedelici di capolavori come “Dark Side Of The Moon”». Le canzoni dell'album “Gli esperti della musica”si nutrono dei sogni e del vissuto quotidiano di Simone Aiello. La musica è un pop ricercato, a tratti pure estremo, punteggiato qua e là da armonie jazz. È un disco dall'impronta fumettistica perché capace di evocare suggestioni visive semplicemente con una parola o un suono, come in “Sogno nel sogno”che ha un testo «buonista e ottimista, in cui ogni frase suscita un'immagine». In altre tracce del cd “Gli esperti della musica” si intravedono le orme di artisti che l'hanno idealmente accompagnato nel suo percorso di maturazione. «Il brano “Mutande” è dedicato a Lucio Dalla, che è da sempre un mio idolo. Nel testo cito alcune sue canzoni come “Piazza Grande” o “Disperato Erotico Stomp” dove si parla appunto di restare in mutande». Ancora richiami alle sue passioni in “Viva le favole” («Le favole che ci raccontano da bambini rivisitate, direi anche stravolte, con una chiave di lettura più adulta») dove si nota forte l'influenza di Sting nei continui scambi di ritmo. Invece “Elvis”non è una dedica al re del rock. «È un testo ironico nel quale mi immedesimo nell'icona planetaria dell'uomo “figo” per narrare le vicissitudini di uno che vorrebbe avere il suo carisma, ma in realtà è uno sfigato come tanti. Il protagonista di questa canzone è un Elvis molto fantozziano». Aiello rende omaggio alle sue origini occitane nel brano “Se chanto”. «Sono occitano da parte di madre. L'Occitania è uno stato non riconosciuto che si sviluppa fra Italia, Francia e Spagna: dalle Alpi ai Pirenei, dal Mediterraneo all'Atlantico. Ha come simbolo una croce e si parla una lingua romanza chiamata occitan o lenga d'oc, ma detta anche provenzale. Ho voluto incidere una mia versione dell'inno occitano, che risale al 1200, perché è l'unico inno nazionale al mondo che parla d'amore». La contaminazione jazz è più marcata nel pop del brano “La verità”(«Mi sono ispirato a “Innocenti evasioni” di Lucio Battisti per affrontare il tema del tradimento d'amore» ); mentre “Giostra”sembra suonato da una banda di paese. «Mi ricorda le mie origini. Capita di aver nostalgia del passato, soprattutto in questa epoca dove molti corrono frettolosamente ovunque per arrivare...da nessuna parte». Nel 2012 Simone decide di sperimentare strade nuove e avvia un progetto in lingua inglese. In giugno esce così 'Stand', primo singolo in inglese di Simone. 'Stand' è una canzone d'amore in cui troviamo sonorità d'oltreoceano, un pop leggermente retrò che conquista al primo ascolto. “Avevo voglia di respirare e far respirare musica nuova a chi mi segue. Poiché io ascolto moltissime tipologie di musica, ho sentito la necessità di sperimentare nuovi mondi musicali e nuove soluzioni” – spiega Simone. Simone ha già presentato 'Stand', insieme ad alcuni brani tratti da 'Gli esperti della musica', la scorsa estate in numerose piazze italiane grazie alla partecipazione ad eventi di beneficenza come 'Tutti insieme per Cavezzo' e 'Agosto con noi' in favore dell'Istituto Ramazzini, ma anche accompagnando e aprendo in tour i concerti di Gatto Panceri. Il 14 dicembre Simone sarà di nuovo in concerto con Gatto Panceri a Bologna, al Teatro Perla, con inizio manifestazione alle ore 21. Anche questa volta si tratta di un evento di beneficenza in favore dell'Istituto Ramazzini per continuare le opere benefiche a favore della ricerca contro il cancro. Ma Simone è presto tornato all'amore per la musica italiana ed è uscito alla fine del 2012 il singolo 'Un regalo' dedicato a un figlio che verrà, quel figlio a cui dare amore e attenzioni. Nel testo si notano i dubbi e le incertezze di chi ha la paura e la consapevolezza che 'il regalo' che arriverà dovrà essere accolto con molta cura. Se vogliamo definirlo un inno alla vita, in un certo senso questo brano rappresenta davvero la vera essenza di quello che la vita ci riserva, giorno dopo giorno, con un pizzico di malinconia per chi probabilmente non ha avuto, nella propria infanzia, una sicurezza affettiva legata alla crescita. Nell'inciso, arriva forte l'ossimoro del 'Diamante fragile' che in questa figura retorica racchiude un po' tutto il significato del brano.

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